Superbonus 110%: I sette punti chiave
Con i nuovi reati sul Superbonus 110 cresce il peso sui professionisti. Già a partire dallo scorso 12 novembre, l’asseverazione di congruità dei prezzi è richiesta anche per la cessione e lo sconto in fattura dei bonus ordinari (tranne la franchigia introdotta dalla manovra 2022). Le modifiche appena decise dal Governo con il Dl 13/2022 avranno un impatto sui costi delle asseverazioni per i clienti, perché rafforzano l’impianto di sanzioni penali a carico dei professionisti tecnici che asseverano. Per loro ci sono multe da 50mila a 100mila euro e la reclusione da due a cinque anni in caso di dati falsi od omissioni su informazioni rilevanti.
Congruità dei costi
In merito al Superbonus 110 sono detraibili solo le spese entro i limiti massimi. Inizialmente richiesto solo per il superbonus e per gli interventi di riqualificazione energetica regolati dal Dm Requisiti (ecobonus ordinario), il rispetto della congruità dei costi è diventato necessario per la cessione e lo sconto in fattura dei bonus ordinari. La manovra 2022 ha chiarito utilizzabilità dei prezzari della casa editrice Dei anche per gli interventi fuori dal campo applicativo del Dm Requisiti, ma l’ultima novità è l’arrivo del Dm Mite con i nuovi prezzi massimi da rispettare per le 34 tipologie di interventi elencate (dalle finestre alle caldaie).
Assicurazione
Il calcolo dei massimali per il Superbonus 110 incide sui premi Costi extra potrebbero arrivare anche dal mercato delle assicurazioni: con il DI 13/2022 diventa, infatti, obbligatorio per i professionisti avere una polizza specifica per ogni intervento che comporti attestazioni o asseverazioni, quindi anche per i bonus minori (in caso di cessione o sconto in fattura). La norma chiede che queste polizze abbiano un rapporto di uno a uno tra massimale e importo degli interventi asseverati. Si tratta di un meccanismo, già criticato nei mesi scorsi, che rischia di far crescere i premi di queste polizze, a danno dei clienti finali.
Regolarità del lavoro
Va indicato il contratto collettivo applicato. L’ultimo decreto del Governo (DI 13/2022) condiziona le agevolazioni fiscali all’indicazione – nell’affidamento dei lavori e nelle fatture _ del contratto collettivo dell’edilizia applicato dal datore di lavoro. Questo vale per la cessione e lo sconto in fattura di tutti i crediti d’imposta legati ai bonus casa, oltre che per i bonus mobili e giardini. L’obbligo scatterà per gli interventi avviati 90 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto legge e per interventi di importo complessivo superiore a 70mila euro.
Visto di conformità
Controllo di regolarità da parte del fiscalista. Il DI Antifrodi dal 12 novembre scorso ha esteso l’obbligo del visto di conformità (già previsto per il superbonus) alla cessione e allo sconto in fattura dei bonus casa ordinari. La manovra 2022 ha esonerato i mini-lavori (edilizia libera e interventi fino a 10mila euro, tranne il bonus facciate). Quello per il visto è un costo in più, soprattutto per gli interventi di taglia piccola e media. Non ci sono tariffe, ma può pesare tra lo 0,5% e il 2% del costo dei lavori in caso di urgenza. Con il nuovo decreto, chi appone il visto dovrà verificare anche l’indicazione del contratto collettivo di lavoro.
Procedure d’acquisto
I controlli sul Superbonus 110 aumentano e si scaricano sui clienti. Dalle assicurazioni alle verifiche antiriciclaggio, passando per i nuovi reati, il mercato delle cessioni si prepara a ripartire con un quadro di regole molto più vincolante. Questo si tradurrà in maggiori verifiche da parte dei soggetti che acquistano i crediti. Il modello sarà, per tutti, quello adottato finora dalle banche, con piattaforme che verificano, passo dopo passo, tutti i documenti necessari per la cessione. I maggiori investimenti su queste procedure, però, si tradurranno in più costi per chi cede il credito.
Mercato delle cessioni
Passando di mano il credito perde qualità. Il mercato delle cessioni diventa meno liquido. Il costo delle cessioni, nei prossimi mesi, sarà influenzato anche dalla qualità del credito: le nuove regole, infatti, mettono a disposizione tre cessioni (una libera, due in ambiente controllato). I crediti più appetibili – e più vantaggiosi da vendere – saranno quelli all’inizio del loro percorso. Da valutare se la riduzione da 5 a 4 anni del periodo di recupero dei bonus si rifletterà sui prezzi, così come l’attesa di un aumento dei tassi e dell’inflazione.